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MONTECAMPIONE. Sulla ripresa effettiva molte questioni burocratiche
12.11.2012 17:42
Regole, promesse e ripicche: un rilancio con troppi «nodi»
Una immagine di Montecampione che molti sperano di rivedere
La convenzione con Alpiaz per l´acquisizione delle opere di urbanizzazione e per la concessione della cubatura residua inerente il piano di insediamento in località Preottone (100 mila metri cubi autorizzati nel 1989, 60 mila realizzati a La Splaza e 40 mila da realizzare); la questione dei parcheggi al servizio del complesso Le Baite; gli aumenti volumetrici dati per garantiti come impegno del Comune su biglietteria, bar, ripostigli del Plan (da 1500 a 3500 metri cubi); le promesse di vendita e passaggi di proprietà da Alpiaz a Gervasoni; l´Ici pregressa da incassare. E dietro a tutto ciò il Piano di governo del territorio da approvare. È su questi intrecci che si innestano il futuro di Montecampione e l´azione dirompente di questi giorni di Carlo Gervasoni, il quale prima ha chiuso i piazzali di Bassinale, poi ha recintato quelli di Secondino, quindi ha promesso vita dura alla neonata srl «Sky area».
Iniziamo con le compravendite: l´accordo negoziale tra l´imprenditore e Alpiaz prevede che in Val Maione, alla società di gestione degli impianti venga garantito l´uso sciistico dei «fabbricati di partenza e rinvio nonché delle seggiovie e delle piste da sci». Chiaro invece il passaggio che vuole il Comune di Artogne impegnato a concedere nel prossimo Pgt «la cubatura idonea alla ricostruzione» della Baita del Sole (250 metri quadri di superficie lorda) su sedime spostato verso la Val Maione. Quanto a Secondino, si parla di esclusione dalla vendita di quelle porzioni di terreno relative alla strada di collegamento tra 1.200 e 1.800, al serbatoio d´acqua e allo stabilimento di partenza dell´omonima seggiovia, con la sola servitù di passo per l´accesso alla partenza della stessa; e l´aggiunta che i terreni del piazzale risultano concessi in comodato a Montecampione impianti con contratto sottoscritto il 21 dicembre 2010. Per quanto tempo? È su questa data che si gioca la chiusura o l´utilizzo pubblico, e toccherà al procuratore fallimentare dire la sua. Chissà se anche l´amministrazione di Artogne, che ha detto di considerare i piazzali del Plan di uso pubblico, dopo le ultime bizze di Gervasoni farà pesare il proprio ruolo.
A proposito del passaggio in mano pubblica delle aree standard di Preottone e della convenzione sulla cubatura residua, che sembrava dovesse essere cosa fatta a settembre, l´istanza di fallimento avviata contro Alpiaz sta rimandando la soluzione. E con essa la speranza da parte del Comune di incassare quel credito Ici da 350 mila euro che Carlo Gervasoni si è accollato quale imposta non pagata dalla società Alpiaz, ma esigibile solo dopo che il municipio avrà sottoscritto la convenzione sui 40 mila metri cubi. «I metri cubi di cui stiamo discutendo ora - ricorda il sindaco Pietro Cesari - sono 30 mila; 23 mila a destinazione alberghiera e settemila a uso residenziale».
Quanto al Pgt si dice sia in dirittura d´arrivo. Artogne lo attende da quasi 15 anni: l´amministrazione a guida Lino Ravelli lo prese in mano, quella di Simone Quetti lo adeguò alla nuova normativa urbanistica, la successiva di Maddalena Lorenzetti lo rimaneggiò consegnandolo non ancora adottato all´attuale giunta Cesari. Gli aumenti volumetrici di cui si parla nel preliminare di vendita tra Alpiaz e Gervasoni erano già contemplati nella bozza Lorenzetti, e dovrebbero essere confermati dalla giunta attuale. Azzardare date per l´approvazione, però, sembra prematuro.
Come si vede, intrecci, situazioni incancrenite, nodi annosi, ripicche, che rendono sempre più affannosa la crisi dalla quale Montecampione cerca di rialzarsi da tempo.
Dal Brescia oggi
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