Nuove batoste per gli impianti di risalita

08.04.2015 10:04

Gli impianti di risalita devono restare nella categoria D, quella degli impianti industriali a stima diretta, che pagano l'IMU e la Tasi. Non possono essere considerati mezzi di trasporto pubblico come le stazioni ferroviarie, nella categoria catastale E e quindi esenti. Questa la risposta del sottosegretario all' Economia Enrico Zanetti, alla questione presentata dal deputati Filippo Busin chiedeva di comprendere le teleferiche, funivie e funicolari, all'interno della categoria catastale E, per gli immobili a destinazione particolare, senza rendita catastale e quindi esenti dal pagamento.  Secondo il Governo però anche tali impianti invece devono pagare l'Imu e la Tasi per via della loro vocazione ludico e ricreativa e per via del fatto che chi usa gli impianti paga un biglietto e quindi gli impianti di risalita vengono equiparati ad attività commerciali. Una risposta che rappresenta una doccia gelata per la montagna.

“Siamo rimasti senza parole da questa risposta”. Il deputato della Lega Nord Davide Caparini ha così commentato la risposta del sottosegretario Enrico Zanetti.  “Viste le dichiarazioni di alcuni esponenti importanti della maggioranza” – commenta il parlamentare camuno – ci immaginavano che il Governo fosse corso ai ripari dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha creato in Veneto un precedente pericoloso obbligando una società a pagare l’Imu per di più retroattiva. Ci aspettavano che fosse già in preparazione un disegno di legge che chiarisse che chi gestisce gli impianti già tra tante difficoltà, non deve pagare l’Imu. Invece il sottosegretario in Commissione si è limitato a dire che la Corte Costituzionale così ha deciso, che l’Agenzia delle Entrate conferma la sentenza e quindi chi gestisce gli impianti deve pagare l’Imu.Oltre al carico impositivo più alto d’Europa e il costo dell’energia elettrica più alta d’Eruorpa – conclude Caparini – il Governo anziché aiutare il comparto, mette nuove tasse.” Ora i deputati Filippo Busin e Davide Caparini si appellano al Ministro dell’Economia Padoan, per chiedere un urgente intervento legislativo del governo per porre un freno a quello che definiscono “uno sciacallaggio fiscale sulla pelle della montagna”.

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