Pellegrinaggio con Don Battista Dassa

28.08.2013 14:30

Memorie lontane e dolori recenti si sono mescolati nel pellegrinaggio che ha visto don Battista Dassa e un gruppo di amici partire per raggiungere a piedi Longarone, teatro del disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. Un momento commovente ha segnato la chiusura della camminata proprio di fronte alla diga: durante la messa celebrata dal sacerdote, uno dei partecipanti, Abramo Putelli di Ono San Pietro, ha posato sull'improvvisato altare la foto di Andrea e Davide, i due fratellini morti in modo orribile lo scorso 16 luglio. Don Battista, il parroco di Angone che già dieci anni fa aveva affrontato il medesimo itinerario, non è nuovo a queste iniziative intrise di spiritualità. Valga per tutti il pellegrinaggio a Santiago de Compostela, effettuato più volte, in compagnia di alcuni degli stessi amici presenti al Vajont. Don Battista, Mario Squaratti di Ceto, Abramo Putelli di Ono, i coniugi Nadia Ghiroldi e Danilo Settembrini di Piamborno, Salvatore Turchetta di Boario, Lucia Bianchini di Angone ed Elisabetta Panteghini di Bienno (la più anziana del gruppo, con i suoi 70 anni, ha poi lasciato la comitiva a Pontedilegno) si sono ritrovati a Corna di Darfo e sono saliti fino a Vilminore, dove il sacerdote ha celebrato la messa in suffragio delle vittime del crollo della diga del Gleno del primo dicembre 1923. Poi, assistiti dal tempo favorevole tranne che all'inizio e da paesaggi splendidi, i pellegrini hanno lasciato la valle e la via Valeriana a Ponte imboccando il Tonale, e infine hanno completato il percorso con l'ultima frazione da Fusine a Longarone: 300 chilometri in tutto. Il gruppo ha fatto tappa a Terzolas in Val di Sole, a Fondo, Bolzano, Moena, a Canale d'Agordo e a Fusine pernottando in garnì e scuole, e nel paese di papa Luciani don Battista ha celebrato la messa, come ha fatto puntualmente a ogni tappa.

Fonte Bs Oggi

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