Ribelli per amore della libertà, omaggio agli eroi del Mortirolo

03.09.2013 16:13

Un´altra volta in Mortirolo per ricordare la Resistenza e commemorare i giovani ribelli per amore caduti su queste montagne fronteggiando le ben più armate e numerose forze nazifasciste. E così anche quest´anno la prima domenica di settembre alla chiesetta di san Giacomo si sono date appuntamento le Fiamme verdi e le altre associazioni combattentistiche, le autorità civili e militari per una partecipata funzione religiosa celebrata da monsignor Tino Clementi, parroco di Manerbio. Un incontro che è stata l´occasione anche per richiamare alla memoria il settantesimo dell´armistizio, dell´eccidio di Cefalonia, della deportazione in Germania di centinaia di migliaia di soldati italiani e, soprattutto, della costituzione in Vallecamonica delle prime formazioni di Fiamme Verdi. «Siamo di nuovo qui per far sì che il ricordo di quegli eventi che portarono alla dissoluzione della dittatura e che portarono a una repubblica democratica non si dimentichino mai» ha rimarcato il responsabile dell´Alta Valle dell´associazione Fiamme verdi, Ezio Gulberti. A dare la cifra dell´importanza dell´evento, la massiccia presenza alla cerimonia di amministratori e sindaci. A nome di tutti ha parlato il padrone di casa, Roberto Trotti, che ha tra l´altro sottolineato come il tradizionale incontro in Mortirolo «costituisca un evento significativo per tutta al comunità di Monno». Sono purtroppo rimasti in pochi i ribelli che trascorsero quasi due anni in questi luoghi combattendo per amore della libertà e della democrazia. L´edolese Rocco Ramus, orgoglioso dell´incarico affidatogli dall´associazione di portare il gagliardetto delle Fiamme Verdi di Brescia, ha commentato che «allora la vita era durissima, pativamo la fame e la sete, dovevamo sempre stare all´erta perchè i fascisti supportati dai tedeschi erano sempre pronti ad approfittarne per attaccarci. Il nostro pensiero era sempre rivolto ai nostri famigliari, ai loro sacrifici e alle angherie che subivano continuamente...». Il 2 maggio del 1945 i ribelli per amore scesero dall´altopiano del Mortirolo per entrare in Edolo, finalmente liberata dai nazifascisti.

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