"Goi de cöntala? 13", la canzone dialettale bresciana è viva e vegeta

12.02.2014 11:36

La canzone dialettale bresciana è viva e vegeta, è portata avanti con passione da un manipolo di volenterosi e ispirati artisti/artigiani di casa nostra. Ne è provata dimostrazione l’uscita, lo scorso Natale, del tredicesimo cd della serie “Goi de cöntala?”. 

Ebbene sì, ogni anno da tredici anni consecutivi si è riusciti con tenacia e convinzione a raggruppare tanti autori bresciani che hanno cercato, composto, eseguito, registrato, e quindi a produrre, curare, distribuire il disco e gli allegati. 

Tredici “testimonianze” che rimarranno nella storia della canzone, prima bresciana, poi lombarda, poi, perché no?, popolare italiana. Un’operazione in schietta controtendenza rispetto all’omologazione globalizzante imposta dalla forza economica di uno show-biz internazionale che va somministrando a tutto il mondo i propri artisti, prevalentemente anglo-americani. Il plauso va anche all’associazione “Palco Giovani” con Cristian Delai, vero motore di questo e di altri progetti. 

In questo cd, in ordine di ascolto: Riccardo Maffoni, di Orzinuovi, con “La vita l’è öna”, semplici considerazioni sul “senso” della guerra; Gianfranco Benedetti, musicista cantore bresciano di lungo corso, con “Ghè Nedàl ghè Nedàl”, piccolo acquerello sulla natività; Daniele Gozzetti con Giovanni Rinaldi (Italian Farmer) con “Mé so bresà come te”, dialogo tra due ragazzi nativi bresciani con la pelle di diverso colore; i Valtrumplini riportano con “Stalag IV” una testimonianza sulla deportazione in campo di prigionia; Gianni Binetti, di Travagliato, ripropone una nota vecchia canzone di Carlo Pezzoli, “Nòt de lüna”; Isaia e l’Orchestra di Radio Clochard documentano allegramente la giornata di lavoro di “El möradùr"; Francesco Braghini, decano dei cantautori bresciani, con “Oja de Gölem” dedica un’ode al monte della brescianità; Nino Paolone, che fa anche parte del gruppo La Zerla, propone la delicata “Nòt ciàra, nòt d’ensome”; Caio de Ro, band del sud-est bresciano (Ro è una frazione di Montichiari) presentano “Ma piàs quan piöf”, dai toni soft-rock; Mauro Bacchetti, valsabbino, con la poetica “Te varda”; Emanuela Biancardi (I macc de le ure) e Renato Bertelli con “Me pöde mia polsà”, romantica “cover in bresciano” di un canto sardo; Italian Farmer (ovvero il rap rurale in dialetto) con “96 km”, che corrisponde alla lunghezza del fiume Mella; La Cantina di Ermete, raffinato gruppo folk-progressivo dell’ovest bresciano in campo da oltre trent’anni, propone “Casaccoglienza”, dedicata alla Casa-accoglienza di Passirano; segue Sergio Minelli, cantautore gussaghese/rezzatese, con l’intima “Luigi”, un rarefatto ricordo del fratello; i Greenwich, altra band di pianura, dissertano su “El dialèt”, scritta dal batterista Lorenzo Reccagni; conclude il fresco trio cittadino “Bei Cocc” con “Càrmen”, un commento rock sull’omonimo quartiere di Brescia dove il batterista gestisce un bar. 

Invitiamo i bresciani, e non solo loro, a prestare attenzione quindi anche alla nostra musica ed ai nostri autori. Un’opera non deve essere per forza spinta e proposta dalle potenti case discografiche e dai network radiotelevisivi, per essere degna di attenzione. Cerchiamo di far capire loro (ed anche a noi stessi) che non siamo tutti "polli d'allevamento" da tirare su e nutrire con lo stesso pastone a tutte le latitudini e longitudini. 

Il CD è acquistabile per 12 euro presso librerie ed edicole segnalate nel sito di Palco Giovani

Ancora più facile: sia il questo album che i tre precedenti si possono scaricare, anche per singole canzoni, dagli store digitali come i.tunes e Amazon.

 

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