CANTO ALLA VITA: peosia di Carla Irene Gennari
24.10.2012 06:44Carla Irene Gennari nasce a Cimbergo (Bs) nel 1949. Dopo una gioventù in convitto si trasferisce in provincia di Milano, dove insegna alle scuole elementari, sposa Pietro e insieme crescono tre figli. Troppo giovane viene colpita da una brutta malattia (sclerosi multipla) e nella sua lotta contro la situazione, oltre che in famiglia, trova conforto e soprattutto forza ed energia conoscendo altre persone che non avrebbe mai pensato di incontrare. Il racconto della sua gioventù e alcuni suoi "spaccati di vita" sono stati pubblicati sul Giornale della Valcamonica con il titolo "Ricordi di una ex pastorella camuna" riscuotendo un grande apprezzamento da parte dei lettori. Li inseriamo in un unico file, a vostra disposizione, al termine della poesia, dedicata appunto a uno di questi nuovi amici che in questa occasione ha soprannominato "Romeo".
"Avevo conservato alcuni scritti nel mio cassetto, in quel lontano 2002, quando quella“speciale corona papale” fu foriera di positività ed arricchimento spirituale che mi aiutarono a scoprire anche i benefici della malattia. Più il passo era ridotto, più si alimentava il pensiero e l’intelligenza emotiva. Particolarmente i giovani mi fecero sentire viva ed utile quando cominciarono a frequentare casa ed a condividere spesso la nostra”mensa”. Furono i primi a fidarsi, a credere nella disponibilità e capacità di ascolto, quindi a raccontarsi ed a divenire i primi destinatari di alcune lettere. Scrivere era necessario non solo quando la lontananza lo imponeva, ma anche perché le parole giuste non sempre “ti vengono” al momento. Possono, inoltre, risultare meno efficaci rispetto ad un’attenta e meditata lettura che si può riprendere in mano al bisogno. Tra i giovani di nuova conoscenza, “Romeo” fu il primo con cui entrai in relazione ed ebbe il merito di allargare il cerchio ad altri. Era disinvolto,frizzante, loquacemente corretto e ricco di interessi. Stava, tuttavia, attraversando una fase di sconforto e di pessimismo aggravata anche da una sofferenza posturale. Riflesso forse di una “assenza affettiva” troppo importante per la strutturazione del proprio “Io” , data la sua giovane età? Sentiva profondamente, infatti, la mancanza del padre deceduto quando era bambino e col quale stava condividendo le più belle esperienze. Sembrava gli mancasse proprio la terra sotto i piedi. Scrissi, perciò, per lui questa poesia e lo invitai a leggerla più volte per rassicurarlo che papà lo poteva proteggere e guidare anche da lassù. Doveva solo radicarsi maggiormente alla vita per piacersi e alzare più spesso lo sguardo alle stelle per ricaricarsi l’anima di maggior entusiasmo e fiducia. Poiché amavo mantenere una certa discrezionalità la firmai con un termine generico e universale nello stesso tempo. Pur se datata e per quanto poco possa valere stilisticamente la offro a tutti, giovani e non, come messaggio positivo. Siamo tutti, infatti, anime fluttuanti in sosta momentanea sul pianeta Terra".
CANTO ALLA VITA
Ero seme gettato nel cosmo
Ero seme fluttuante nell’aria
Terreno fertile mi ha accolto.
Ora sono albero nel giardino del mondo
Il più bello del giardino del mondo.
Con radici possenti alla base
Il mio tronco svetta robusto
Si librano in alto i miei rami fioriti.
Ora so.
In questo istante
In questo posto
Qui, ora
Ogni giorno
Nasco a nuova vita
Rinasco alla vita
Finalmente vivo.
Qualcuno da lassù mi protegge
Qualcuno qui accanto mi ama.
Sono felice di esistere
Sono felice di vivere.
Una mamma del mondo
24/08/2002
Leggi i "Ricordi di una ex pastorella camuna" Ricordi di una Pastorella Camuna intero.pdf (304,5 kB)
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