Centralina di Corteno Golgi: il danno è fatto, ora si parla di un accordo

15.07.2013 08:27

Gli scenari possibili dopo lo stop imposto dal Tribunale superiore delle acque
Un'intesa col privato costruttore per sfruttare quanto già costruito? Il sindaco per adesso tira il freno: «Oggi non ci sono le condizioni»

La sconfitta c'è già stata, e potrebbe trasformarsi in una debacle se la Cassazione dovesse confermare la sentenza del Tribunale superiore delle acque pubbliche che, accogliendo i ricorsi del Comune di Corteno Golgi, della Comunità montana e di Legambiente, ha dichiarato illegittima la concessione di derivazione rilasciata dalla Provincia di Brescia a un imprenditore che intendeva costruire un impianto idroelettrico nella riserva naturale delle Valli di Sant'Antonio. Ma anche una sconfitta che, invece, potrebbe anche dare il via a un accordo fra le parti ritenuto impossibile finora. I danni sono ormai stati fatti (l'opera di presa è completata, la conduttura è stata interrata ed è a buon punto anche la struttura per turbina e trasformatore), e la sentenza del Tsap che impone «il ripristino dei luoghi» andrebbe ad aggiungerne altri ben più gravi. Perchè allora non mettersi d'accordo e lasciar arrivare in porto il progetto divedendo poi gli utili idroelettrici? «A oggi non ci sono le condizioni, come non c'erano lo scorso anno quando ci siamo opposti al progetto - afferma il sindaco Martino Martinotta -: 25 anni fa la legge istitutiva della riserva non permetteva la costruzione dell'impianto. O meglio: lo consentiva ma dopo una serie di provvedimenti mai stati attuati. A partire dal declassamento dell'area da riserva naturale a zona di rispetto; e questo non è mai stato fatto. E fin che non si cambierà registro nessuno, nè Comune nè privato, potrà costruire una centrale». Il primo cittadino ribadisce che non ha nulla contro il privato «che legittimamente ha inoltrato una richiesta che ha poi ottenuto i via libera necessari». Nel mirino ha invece la Provincia che ha concesso l'autorizzazione, e che nel caso di una bocciatura definitiva della centralina, potrebbe essere chiamata a rifondere gli ingenti costi sostenuti dall'imprenditore. Intanto però si vocifera di un possibile accordo dell'ultima ora. Nel caso naufragasse e la Cassazione confermasse la sentenza del Tsap, quale sarebbe il destino dei manufatti realizzati? «Tecnicamente il Tribunale ha annullato l'autorizzazione provinciale, quindi le opere sono da considerare abusive con tutte le conseguenze del caso. Prima però di prendere decisioni aspettiamo di sapere se la Provincia ricorrerà in giudizio»

 Alessandra Gheza -  Bellè Nadia

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