Droga, alcol: vi è un confine tra l’uso e la dipendenza?

20.03.2015 18:47

Gli ospiti della Comunità per nuclei famigliari di Rogno desiderano un futuro libero dalla dipendenza e chiedono di tornare a vivere per se stessi e per la loro famiglia, non più per la droga o l’alcol.

La giornata nell’edificio  gestito dalla Cooperativa Sociale di Bessimo è divisa in momenti di lavoro, pulizia della casa, confezionamento pacchi, di ricreazione e di incontro con lo psicologo. Oltre naturalmente alla dipendenza da sostanze, l’altro scoglio che devono superare è il disagio che li ha portati all’eccesso o, spesso, il problema psichico emerso in seguito proprio alla dipendenza. “Non dimentichiamo” - afferma Fausto Bontempi - “che la droga causa piacere. Cadere nella dipendenza quindi è facile ma ci sono spesso storie di vita complicate. Per esempio spesso le donne hanno alle spalle storie di abusi e violenza.” Il compito della Cooperativa è di innescare in ogni singolo ospite, la motivazione giusta per lottare. 

Nell’autunno del 2014 è stato pubblicato il DSM V, ovvero “la bibbia” di tutte le malattie psichiche mondiali, dove viene cancellata la differenza fra dipendenza e abuso. Questo porta a tenere conto nel percorso terapeutico, anche di fattori e comportamenti prima ritenuti marginali, proprio perché la sostanza compenetra la vita della persona e la sua storia. Il primo passo per chi arriva in Comunità è riconoscere la propria condizione di alcolizzato o tossicodipendente, perché il passo dall’uso alla dipendenza lo hanno compiuto senza rendersene conto. Per questo il messaggio di Bontempi a coloro che consumano alcol o sostanze stupefacenti, pensando di farlo in modo innocuo o moderato, è questo: “non esiste un metro di misura per stabilire quando un uso è moderato e quando non lo è. Ognuno deve fermarsi a riflettere e capire quanto peso hanno queste sostanze nella propria vita.”

 

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