INAUGURATA LA RADIOTERAPIA DI ESINE

11.06.2013 17:20

È stata, quella di lunedì 10 giugno, una cerimonia semplice ma intensa per i suoi significati, per le sue prospettive e per la sobrietà dei discorsi che sono stati pronunciati. Una cerimonia per altro molto partecipata: erano presenti tanti sindaci, consiglieri e assessori provinciali, rappresentati delle varie associazioni del volontariato. Erano presenti medici, infermieri e gente comune. In tutti era netta e commossa la consapevolezza del grande passo in avanti compiuto dalla nostra sanità camuna che, con questa nuova attrezzatura (la terza in Italia per tipologia di ultima generazione), può ben fregiarsi del titolo di eccellenza. Certo il percorso per giungere al traguardo è stato lungo e difficoltoso: sette anni di idee, di progetti, di revisioni, di collaudi, ma finalmente si è giunti in porto. Comprensibile e legittima la soddisfazione del direttore generale, Renato Pedrini, il primo a prendere la parola, per ringraziare gli intervenuti ma soprattutto per sottolineare l’importanza del nuovo servizio. Pedrini ha ricordato le tappe principali del percorso, non ha certo dimenticato come l’opera sia stata il frutto di una sinergia di volontà e di risorse umane ed economiche non indifferenti, ha sottolineato l’alta specializzazione del personale che vi opera, ha avuto parole di ringraziamento per l’impegno profuso dall’Andoss di Vallecamonica in questi anni. Insomma una panoramica completa ed esaustiva quella di Pedrini, toccava quindi al sindaco di Esine e presidente della Conferenza dei Sindaci, Fiorino Fenini, indicare, in un articolato discorso, il contesto in cui sono chiamati ad operare il nostro ospedale, vale a dire l’ospedale di Edolo e di Esine, un contesto di difficoltà: la distanza dai grandi centri, la particolare geografia della Valle, la viabilità. Fenini con forza ha evidenziato come in nessun modo tali difficoltà possano giustificare una sanità di serie B ed ha perciò sollecitato le istituzioni, la Regione in primis, a fare la loro parte. Tutti sanno ormai che l’iniziativa ha avuto il suo primo e formidabile impulso dalla generosa e cospicua donazione della Fondazione Zygmunt Zaleski. Mario Cocchi che fin dall’inizio, per conto e per delega dell’ing. Romain Zaleski, ha detto che quella donazione ha voluto essere il segno di una vicinanza particolare alle esigenze del territorio e della popolazione camuna. Ha quasi definito naturale quel gesto augurandosi e prendendo atto che  altre sensibilità nella stessa direzione sono giunte dal mondo dell’imprenditoria. Il direttore sanitario, Fabio Besozzi Valentini, ha offerto una serie di dati assai eloquenti. La nuova struttura occupa una superficie di 445 mq e presenta un bunker, due ambulatori, due studi per medici ed una stanza per la elaborazione dei piani di cura radioterapeutici. L’Unità operativa è in grado di realizzare in modo completo il percorso clinico del paziente oncologico che necessita di un trattamento radioterapeutico. Per valutare l’impatto che il servizio avrà sull’utenza, basti pensare che nel 2011-2012 agli Spedali Civili di Brescia sono stati trattati circa 150 pazienti, con costi annui a carico delle famiglie per il trasporto valutabili in 60.000 euro cui vanno aggiunte 10.000 ore di accompagnatore. Ora non sarà più così. Sul dato della popolazione della Vallecamonica, si stima una necessità di radioterapia di circa 300/350 casi/anno. Portavano il loro sostegno e il loro contributo altamente scientifico il prof. Stefano Magrini, direttore dell’Istituto Radio di Brescia, che ha assicurato, come per il passato, la piena e fattiva collaborazione, e il prof. Paolo Frata che può  a giusto titolo essere definito l’anima e la mente di tutta l’operazione. E continua ad esserlo assicurando la sua presenza ad Esine. Ricco di impegni e per nulla retorico il discorso istituzionale di Fabio Rizzi, in rappresentanza del governatore Roberto Maroni, Rizzi è presidente della terza Commissione Sanità. In questa veste ha tagliato il classico nastro inaugurale. Ma come si diceva, ha avuto parole forti e convincenti nel richiamare l’impegno della Regione perché il bene primario della salute, o meglio della prevenzione e della cura, non sia lasciato alle incertezze, certamente gravi, del momento economico. Bisognerà fare ogni sforzo per reperire le risorse necessarie, razionalizzandole al meglio, e soprattutto decentrando, perché è attraverso il decentramento che si ottengono risposte tempestive ed efficaci. Chiudeva, con parole dirette al cuore, la serie degli interventi, il nostro cardinale Giovanni Battista Re che in precedenza aveva invocato e impartito la benedizione del Signore. Ora il Cardinale si rivolgeva agli ammalati per destare in loro la speranza e la fiducia, ai medici e a tutto il personale tecnico ed infermieristico, perché sempre, accanto alla loto professionalità, competenza e scienza, ci sia un rapporto umano con il paziente. Ringraziava tutte le autorità e quanti con la loro opera avevano contribuito alla realizzazione del traguardo. Per il Cardinale c’è ora un motivo in più per essere orgogliosamente camuni.

 

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