L’opera del Romanino e la chiesetta di Santa Maria della Neve

01.05.2014 20:50

Un’attrazione degli itinerari religiosi

Dopo la scoperta dell’affresco del Romanino, la chiesetta Santa Maria della Neve di Pisogne avrà un’attrazione in più per le visite e sarà inserita negli itinerari turistici culturali e religiosi.

La cap­pella del portico me­ri­dio­nale era in­te­ra­mente di­pinta da un ci­clo di af­fre­schi  visibili a fine Ot­to­cento, quando Ca­val­ca­selle li men­zionò nei suoi scritti descrivendo ol­tre al Cri­sto alla co­lonna, un Mas­sa­cro de­gli In­no­centi, una De­col­la­zione del Bat­ti­sta, al­tre fi­gure di Cri­sto, una Santa Lu­cia ed un’altra santa con la palma del mar­ti­rio.

Nei tac­cuini ma­no­scritti  Ca­val­ca­selle ese­guì an­che un pic­colo schizzo della cap­pella. Poco dopo, Giu­seppe Conti in­dica “sulla spalla della porta” la De­col­la­zione del Bat­ti­sta come una Ero­diade con la te­sta del Bat­ti­sta su un ba­cile, os­ser­vata da Erode che si sporge da un bal­cone. La mo­no­gra­fia di Nova o il vo­lume del 2009 su Santa Ma­ria della Neve ha descritto tutte le opere della chiesetta. Infatti si segnalava la presenza del “Cristo alla colonna”. Nel documento era anche riportata con esattezza l’indicazione dell’opera “tutta dipinta a fresco dal celebre Romanino in cui è rimarcabile un Cristo alla colonna dello stesso autore, dipinto in un camerino dietro al campanile, considerato opera pregevolissima da tutti gli intendenti”. Da qui la scoperta affascinante e la prossima possibilità di essere visionato dal pubblico, inserendolo in un circuito culturale e religioso del Sebino e Valle Camonica.

 

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