“Non violenza” non vuol dire vivere senza “forza”
08.11.2012 17:37
Secondo le leggi fisiche, nessuna particella, senza che le si applichi una forza, può agire nello spazio e così risulta di fatto inesistente. La vita, senza forza, è una passeggiata inutile e incolore.
Eppure tutto nella quotidianità nostra è improntato a una sorta di lasciva debolezza, dall’educazione dei figli coccolati a dismisura e iper-valorizzati, al fine forse di guadagnare il loro affetto, alla formazione scolastica, sempre più omologata verso il basso, nonostante l’ impegno di pur seri insegnanti, alla morale, devastata ormai dall’idea che si debba perseguire più lo stare bene che il bene, alla politica, orrendamente insudiciata da comportamenti indecenti. Resta una pace apparente, in cui alligna solo mediocrità di intenti e di vedute.
A forza di predicare la non-violenza, sia-mo ridotti inermi e innocui, per la gioia di uno Stato sempre più esoso e invasivo, che dispone e impone la sua potestà sui suoi cittadini - sudditi.
Abbiamo lasciato alle spalle lo Stato Etico, che ci impegnava in quanto suoi membri a interpretare una condotta di vita e lavoro improntata a un rigoroso senso del dovere, per finire sudditi di uno Stato Libertario e aguzzino che ci lascia una libertà fasulla e depotenziata, perché privata delle risorse morali e materiali che la rendono efficace.
Dalla Volontà di potenza di Nietzche si è passati all’impotenza della volontà.
L’errore cari signori, sta alla base.
Da decenni non facciamo che predicare la non violenza e la pace, castigando anche l’ idea stessa della forza.
Da non confondere con la violenza che della forza ne è una derivata degenerata e incontrollata.
Ci siamo così rassegnati a diventare paciosi e del tutto tolleranti, rinunciando alla forza per evitare il rischio di diventare violenti.
Dimentichiamo che la vita è di per se stessa violenta e, se non la si prende con la dovuta forza, ci disintegra. Sentenziava Seneca che spesso gli uomini creano un deserto e la chiamano pace.
E’ proprio il caso nostro ed è qui la prima causa della crisi. La pace, per essere vivibile, deve essere combattiva e prospera di energia. In che si distingue se no la vita dal nulla della morte?
Dobbiamo allora convenire che, ancor più grave della mancanza di Euro, è la mancanza di palle la causa vera della crisi. Una palla può dare forza, ma sono due a dare potenza, e una forza che è potente può sollevare anche i Monti...
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