Premio Bulloni 2013

22.12.2013 09:53

Tra i destinatari del riconoscimento tanti bresciani che hanno dedicato la loro vita al «bene degli altri» «Siano esempio per tutta la città»


Sul palco del San Barnaba i tredici selezionati per il Premio Bulloni 2013: hanno lavorato al servizio dei più deboli mettendo passione
Quando Mariella e Silvano Cantamessa sono stati chiamati per ritirare il Premio Bulloni, dedicato alla memoria della figlia Eleonora, trattenere l'emozione è stato impossibile. Un brivido ha attraversato la schiena di tutti i presenti all'auditorium San Barnaba, uniti da un silenzio con gli occhi lucidi e un nodo strettissimo alla gola accompagnato da un applauso interminabile. Un lunghissimo abbraccio dedicato ai genitori della dottoressa della clinica Sant'Anna che, lo scorso settembre, ha perso la vita sul ciglio di una strada mentre soccorreva un uomo coinvolto in una rissa.
Visibilmente commosso il sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, che ha consegnato il premio ai genitori, travolti dalle emozioni legate al ricordo della loro amata figlia. E le lacrime hanno solcato il viso anche di gran parte dei tanti bresciani intervenuti alla premiazione: l'applauso per Eleonora non finiva mai, tutti si sono alzati in piedi per l'omaggio alla dottoressa dal cuore grande il cui ricordo, è certo, non svanirà tanto facilmente.
La consegna del premio Bulloni ha portato alla ribalta le storie dei tanti bresciani che hanno dedicato la loro vita agli altri. A volte si tratta di singoli episodi, altre di scelte che da un giorno all'altro sconvolgono l'esistenza: la bontà si manifesta in molte forme, cresce e mette radici in una città che, come ha sottolineato Del Bono, «da sempre offre terreno fertile per esperienze che nascono qui ma spesso vanno oltre i nostri confini. Siamo una città missionaria, con una grande cultura della bontà».
LA BONTÀ, ha rimarcato Del Bono citando uno degli ispiratori delle proteste del movimento non violento, Henry David Thoureau, è l'unico investimento che non fallisce mai. E Brescia ha scelto, dal 1993 ad oggi, di celebrare questo suo patrimonio, dando il giusto spazio ai tantissimi bresciani che ogni giorno dedicano la propria vita agli altri. Come testimoniano le biografie dei premiati del 2013.
Storie diverse, ma tutte accomunate da un desiderio disinteressato di aiutare chi ne ha più bisogno: «Non sono eroi inarrivabili, ma eroi della porta accanto: tutti noi li possiamo imitare», ha sottolineato Del Bono nel corso del suo intervento.
Introdotta dal gruppo corale La soldanella di Villa Carcina, la premiazione ha coinvolto il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Ungari, il vicesindaco di Brescia, Laura Castelletti, numerosi assessori – Valter Muchetti, Felice Scalvini, Federico Manzoni seduti sul palco, Gianluigi Fondra e Marco Fenaroli in platea -, consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, il prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace, i vertici delle forze armate e i rappresentanti delle tante associazioni che vivono e operano sul nostro territorio.
Ma all'Auditorium San Barnaba c'erano soprattutto tanti bresciani, venuti a rendere omaggio a chi ha fatto della solidarietà la propria ragione di vita. «Da piccolo leggevo le vite dei santi, autori di imprese inarrivabili: è giusto puntare in alto, ma dobbiamo essere consapevoli che anche gesti semplici cambiano la vita – ha notato il primo cittadino -. Brescia non può fare a meno della bontà, vorrebbe dire perdersi in animosità e rancore, che generebbero dolore. La bontà è un sentimento alla portata di tutti, dobbiamo solo incontrare lo sguardo di chi ci sta vicino e abbattere le barriere del mondo».
E di bontà ieri, sul palco del San Barnaba addobbato con un grande albero di Natale luminoso, se ne è vista tantissima: 13 esempi da imitare, ognuno a modo suo. I primi riconoscimenti consegnati sono state le tre medaglie d'oro. I tre premiati sono stati Roberto Merli, presidente dell'associazione «Condividere la strada della vita» e attivissimo soprattutto nelle scuole per promuovere la sicurezza sulle strade; l'avvocato Angelo Rampinelli, scomparso da poco più di due mesi, protagonista per decenni della vita politica della città; l'associazione Federico Balestrieri Anziani in linea, che promuove diverse iniziative dedicate alla terza età e accoglie anziani parzialmente autosufficienti all'interno delle loro sedi. Tre sono stati anche i grossi d'oro, tutti alla memoria, attribuiti alla missionaria di Ciliverghe Afra Martinelli, al sindaco di Berlingo Dario Ciapetti e a Carlo Minelli, protagonista nello Svi. Riccardo e Daniela Piccaluga, grazie alla loro forza d'animo e a un impegno incrollabile, hanno fondato in Guinea la Maison des enfants, dove ospitano circa 450 bambini e offrono assistenza medica e formazione scolastica: per loro è stato scelto il Premio Beretta. Il Premio Cuore amico è stato assegnato a suor Ausilia Bordiga, una vita dedicata alla formazione dei giovani nei Paesi poveri, mentre il Premio Gnutti è andato a Lino Pluda e Patrizia Caldinelli, che da quando hanno adottato Paolo, bambino affetto dalla sindrome di Down, hanno dato spazio a ragazzi con la stessa patologia nella gestione delle loro attività di ristorazione.
Silvana Paja, ragazza dalla forza incrollabile, ha fatto di tutto per aiutare il fratello rimasto disabile dopo lo scoppio di una granata e per questo la giuria le ha assegnato il Premio Ranzanici. Un'esperienza straordinaria nella su normalità, come l'aiuto che Greta Benvenuti, Sara Marengoni e Giulia Sarnico, ex studentesse del Pastori, hanno dato a Francesco, un loro compagno disabile che grazie al sostegno delle tre amiche è diventato più socievole e autosufficiente: a loro è andato il Premio Aib. Infine Liberi a Montisola, che ha coinvolto tre detenuti, ha vinto il Premio dell'Ordine degli avvocati.

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