Selca: chi inquina deve pagare

08.04.2015 10:07

Dopo il pronunciamento del Tar della Lombardia del giugno 2014 che respingeva il ricorso del Curatore fallimentare di Selca contro l'ordinanza del Sindaco di Berzo Demo, Corrado Scolari, che gli prescriveva la messa in sicurezza e al bonifica dell'area, ora anche l'Unione Europea, su precisa interpellanza dell'Eurodeputato loverese Marco Zanni del movimento 5 Stelle, si pronuncia in modo chiaro e inequivocabile: chi inquina deve provvedere alla bonifica del sito inquinato. La risposta del Commissario maltese Karmenu Vella, a nome della Commissione, è stata protocollata il 26 marzo scorso con il numero E-001676/205 e di fatto riafferma quanto già disposto in merito di inquinamento ambientale e industriale per i paesi membri. In buona sostanza, la disposizione dell'Unione Europea è stata anche la base su cui il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso del Curatore fallimentare di Selca. Su questo argomento non vi sono più dubbi di sorta: chi inquina deve pagare.

La Giunta di Regione Lombardia ha ovviamente approvato la delibera in cui la Regione si costituisce parte civile nel processo penale contro gli amministratori della società Selca, accusati di traffico internazionale di rifiuti. La prima udienza del processo dovrebbe tenersi venerdì 5 giugno. Dopo il fallimento, avvenuto nell'autunno 2010, nei piazzali e dentro i capannoni sono rimaste parecchie tonnellate di materiali, tra cui potrebbero esserci anche fluoruri e cianuri solubili e insolubili, sostanze dichiaratamente tossiche  e cancerogene. Le montagne di rifiuti sono state stoccate nel tempo perché dovevano essere trattate e smaltite, per un valore stimato sul mercato di svariati milioni di euro. Per quanto riguarda l'iter giudiziario della vicenda si iniziano a nutrire preoccupazioni che il processo possa subire rallentamenti dovuti all'ingresso di altri filoni d'inchiesta che porterebbero la causa molto lontana arrivando addirittura alla scadenza dei termini e quindi alla prescrizione del reato contestato, com'è d'uso in Italia.

—————

Indietro