Torna la scabbia in Valle Camonica

21.05.2014 10:06

Si pensava fosse una malattia ormai completamente debellata, invece la scabbia sta tornando a diffondersi in Italia e in tutta Europa, provincia di Brescia compresa.

Sembra che tutto abbia avuto inizio un mese fa da una donna straniera, residente a Cevo, poi ricoverata all'ospedale di Edolo: qui avrebbe infettato diversi operatori. Era stato il medico di famiglia a consigliarle di farsi visitare in ospedale, in quanto non riusciva a spiegarsi l'origine del suo incessante prurito alla pelle.
Difficile capire come la malattia sia arriva in valle. Il contagio avviene solo attraverso il contatto diretto con un'epidermide infetta, e c'è bisogno di circa due-tre settimane d'incubazione prima che si manifestino i primi sintomi.
Ora sembra che l'ospedale sia stato completamente sterilizzato, mentre le persone alle prese con desquamazione della pelle e  intenso prurito sono ancora una quarantina, distribuite tra i comuni di Cevo, Berzo Demo, Capodiponte e Cerveno.
L'Asl locale cerca comunque di rassicurare la popolazione, ricordando che si tratta di una semplice malattia infettiva causata da un acaro. Certo, il fastidio è tanto, ma nulla che non si possa curare.

La terapia è basata, oltre che su una accurata pulizia personale, degli abiti e della biancheria della casa, su preparati a base di zolfo, pomata di Elmerich, benzoato di benzile e in caso di complicanze su pomate antibiotiche e cortisoniche. Nel caso di contatto con un soggetto colpito da scabbia è buona norma quindi rivolgersi al medico che prescriverà un trattamento di tipo preventivo che comporterà la sostituzione della biancheria personale e quella del letto dopo ogni applicazione farmacologica.

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