Val Palot, una strada di cantiere nel mirino

28.08.2013 14:18

Legambiente pretende chiarezza sul nuovo tracciato che dovrebbe servire l'ampliamento di una centralina idroelettrica privata: il dubbio è che sia l'inizio di un contestato percorso fino a Montecampione, ma il Comune smentisce Il Comune di Pisogne nega l'esistenza di un progetto fantasma, e assicura che alla conclusione delle opere la situazione tornerà alle condizioni precedenti. Il circolo di Legambiente del basso Sebino nutre non poche perplessità a proposito della strada in costruzione in mezzo ai boschi della Val Palot e si chiede se, anziché servire il cantiere di ampliamento milionario della vecchia centralina idroelettrica presente in zona, il tracciato non sia l'abbozzo del «vecchio e inutile progetto di collegamento tra Val Palot e Montecampione». Di certo la ferita c'è ed è ben visibile, e per chiedere spiegazioni l'associazione ha scritto al presidente della Comunità montana del Sebino bresciano, alla Sovrintendenza ai beni ambientali e culturali e naturalmente al sindaco di Pisogne. L'associazione ricorda la conferenza di servizi che ha dato il via all'ampliamento della centrale elettrica, e il fatto che il progetto prevede «anche interventi di posa di tubi di condotta (di un metro di diametro) dell'acqua piovana della lunghezza di circa un chilometro tra le due valli. L'intervento si sta però realizzando attraverso la costruzione di una strada che non ha nulla a che vedere con l'operazione - sottolinea il presidente del circolo, Dario Balotta -. Alcuni frequentatori della zona e i residenti sono preoccupati, e noi con loro perchè riteniamo che il luogo della posa della tubazione, e dunque il suo tracciato, corrisponda a quello dell'ipotizzato collegamento con Montecampione: sarebbe possibile usando un ex sentiero ora diventato una strada di cemento costruito per collegare un rudere da ristrutturare». Legambiente chiede quindi di verificare «se è necessaria, se mai fosse stata autorizzata, la costruzione di una strada per collocare la condotta dell'acqua», e prosegue affermando che «ogni pretesto è buono per realizzare piccole o medie strade di cemento nel bosco, che una volta servono per collegare i capanni di caccia, un'altra per la migliore pulizia dei boschi e un'altra ancora per spegnere eventuali incendi. Così anche questa zona di montagna è percorsa da un reticolo di strade degno di un'area densamente abitata, ma ingiustificato per la reale domanda di traffico». Il gruppo ambientalista abbozza anche una critica finanziaria chiedendosi se «i benefici privati a favore della srl che gestisce la centralina ripagheranno i danni ambientali pubblici», e poi conclude proponendo di «rifare la conferenza di servizi per annullare l'autorizzazione rilasciata, o secondariamente di vietare ogni nuova strada per la posa dei tubi».

Fonte Bs oggi

 

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